Diagnostica funzionale e riabilitazione pelvica

Manometria anorettale

Che cos’è la manometria anorettale?

La manometria ano-rettale a perfusione è una metodica che permette di studiare le pressioni e i volumi del canale ano-rettale. Si utilizzano cateteri con un diametro di 2-5 mm provvisti, nella sua lunghezza, di diversi canali e orifizi: nei sistemi “perfusi” i canali sono occupati da una colonna d’acqua e ognuno di essi è connesso a un trasduttore esterno; la pressione presente nel lume rettale viene, in questo modo, trasmessa dalla colonna d’acqua lungo ogni canale fino al trasduttore che la trasforma in un segnale elettrico.

Le informazioni fornite dalla manometria ano-rettale sono utili nelle alterazioni della defecazione. Rappresenta, inoltre, uno strumento per valutare gli aspetti motori e sensitivi che presiedono ai meccanismi della defecazione e della continenza fecale. La contrazione degli sfinteri anali interno ed esterno, la sensibilità rettale e il riflesso retto-anale inibitorio rappresentano i principali parametri studiati dalla manometria.

La Manometria Ano-rettale ad Alta Risoluzione è una metodica di recente introduzione che offre, grazie a cateteri dotati di più sensori ravvicinati, informazioni più precise e dettagliate della manometria standard.

A che cosa serve la manometria anorettale?

La manometria ano-rettale è utile per:

  • Stipsi espulsiva;
    • la manometria ano-rettale può diagnosticare patologie quali l’aganglia e il morbo di Hirschsprung;
    • Difficoltà della defecazione legati ad alterazioni funzionali della muscolatura perineale quali l’ipertono anale, l’anismo o contrazione paradossa del muscolo pubo-rettale, dissinergie addomino-pelviche etc;
  • Incontinenza fecale: l’esame permette di evidenziare le possibili cause di incontinenza fecale;
  • Ipertono o spasmo ano-rettale;
  • Valutazione pre e post-chirurgica nel caso di interventi sull’ano-retto per patologie benigne (emorroidi, ragade, fistole, rettocele) o maligne (resezioni del retto per neoplasie);
  • Complicazioni nate dopo un intervento chirurgico: in questo caso, confrontare le informazioni raccolte tramite due diverse manometrie (una eseguita prima dell’intervento e una dopo) può aiutare a stabilire se le complicazioni insorte dopo l’operazione siano effettivamente dovute a quest’ultima o meno;
  • Lesioni a livello neurologico: la manometria anorettale può diagnosticare eventuali cause neurologiche di disturbi quali ipotonie o ipertonie anali secondarie; in questo caso, l’esame manometrico è di completamento ad altri test funzionali eseguiti in precedenza, che suggeriscono la presenza di lesioni neurologiche;
  • Nel caso in cui sia necessario intraprendere un ciclo di rieducazione del pavimento pelvico.

Come si svolge la manometria anorettale?

Gli strumenti per manometria anorettale maggiormente diffusi utilizzano cateteri a perfusione d’acqua e sono costituiti da alcune componenti: cateteri, pompa a perfusione, trasduttori, sistema di registrazione e sistema di elaborazione dati.

Dopo la raccolta dei dati anamnestici, il medico provvede a informare il paziente sul tipo di esame che andrà ad eseguire e, raccolto il consenso alla prestazione, chiederà al paziente di sdraiarsi su un lettino sul fianco sinistro con le ginocchia piegate (posizione fetale), esponendo la regione perineale. In un primo momento avverrà l’esame digitale, come succede normalmente in una valutazione proctologica; dopodiché il medico inserirà a livello del canale anale il catetere per alcuni centimetri.

Una volta posizionato il catetere al paziente verrà chiesto un periodo di alcuni minuti di assoluto riposo per valutare l’attività di base dei muscoli sfinteriali, poi di simulare una contrazione volontaria dello sfintere anale (come se si volesse trattenere le feci) per alcuni secondi ed infine verrà chiesto al paziente di eseguire una manovra di ponzamento per valutare l’attività dei muscoli deputati alla defecazione (muscolo pubo-rettale).

Al termine dell’esame il palloncino posto sulla punta del catetere sarà gonfiato con aria a volumi crescenti per simulare la presenza delle feci nel retto al fine di valutare la presenza del riflesso inibitore retto anale (RIRA) e analizzare la sensibilità del paziente a tale stimolo. Una buona collaborazione da parte del paziente è fondamentale per la riuscita dell’esame. L’esame dura circa 10 minuti.

Il referto viene in genere consegnato subito dopo l’esecuzione dell’esame.

Quali indicazioni fornisce la manometria anorettale?

La manometria ano-rettale permette di rilevare le pressioni che vengono sviluppate nell’ultimo tratto dell’intestino, il retto ed il canale anale, che hanno prevalentemente due funzioni: quella di espellere il bolo fecale e quello di contenere le feci al di fuori dell’atto della defecazione.

La rilevazione delle pressioni permette di valutare indirettamente la forza sviluppata dalla muscolatura perianale oltre che dal complesso sfinteriale. La manometria anorettale valuta differenti aspetti dei meccanismi deputati alla continenza fecale e alla defecazione.

L’incontinenza anale è caratterizzata da pressioni inferiori alla norma in condizioni basali e durante la contrazione volontaria, anche se non è infrequente rilevare un normale profilo pressorio.

La stipsi è caratterizzata da profilo pressorio in genere normale, sebbene a volte sia presente un ipertono basale. I parametri che appaiono più compromessi sono la sensibilità rettale e l’anomala contrazione del muscolo pubo-rettale. Per quanto riguarda la sensibilità rettale sia il riflesso inibitore sia la sensibilità iniziale e d’urgenza vengono evocati a volumi superiori rispetto alla norma. Anche la compliance rettale può risultarne elevata.

Per quanto riguarda la contrazione del muscolo pubo-rettale si evidenzia una contrazione paradossa del muscolo stesso durante il ponzamento con incremento delle pressioni all’interno del canale ano-rettale.

Norme di preparazione della manometria anorettale

Non è necessario il digiuno né la sospensione dei farmaci abituali. Il paziente deve aver evacuato almeno 2 ore prima dell’esame, praticandosi la sera prima dell’esame e la mattina stessa una peretta di pulizia priva di glicerina. È necessario presentarsi all’esame forniti di esiti di eventuali esami diagnostici già realizzati in precedenza, e di altri documenti considerati rilevanti. Dopo la procedura il paziente può lasciare la clinica senza accompagnamento.

Controindicazioni

L’esame è sconsigliato in caso di recenti interventi chirurgici.
Altre controindicazioni sono rappresentate dalla presenza di fecalomi in ampolla,
patologie neurologiche che condizionino un’attiva collaborazione del paziente.
Il paziente può avvertire fastidio all’introduzione dello strumento e nel momento in cui viene gonfiato il palloncino presente sull’estremità della sonda; sensazione di fuoriuscita di liquido dall’ano durante l’esame; sanguinamento, per lo più di lieve entità, qualora siano presenti emorroidi congeste o ragadi anali o fistole o comunque patologie che già di base possono creare ematochezia o proctorragia (sanguinamenti).

Esistono alternative diagnostiche alla manometria anorettale?

Non esistono procedure diagnostiche alternative che forniscano le medesime informazioni della manometria anorettale. La manometria ano-rettale rappresenta uno degli esami di scelta per lo studio delle patologie funzionali del tratto ano-rettale, in particolare nei pazienti con stipsi espulsiva da contrazione paradossa del muscolo puborettale o da alterata sensibilità, nei pazienti con incontinenza anale, ed in previsione di qualsiasi intervento sul canale anale.
La mancata esecuzione dell’esame può comportare la perdita di importanti informazioni diagnostiche e prognostiche, di comprovata utilità in termini di gestione della salute del paziente, soprattutto nell’ambito delle successive scelte terapeutiche da intraprendere.